Molto spesso leggiamo caption sui social di pagine di fitness e PT che riportano le seguenti frasi: “No pain, no gain, Chi non da tutto non da niente, La sofferenza di oggi è la gioia di domani“, e così via.
Motti che invitano a soffrire per raggiungere i propri obiettivi.
Nella vita, come nello sport, per raggiungere i nostri obiettivi dobbiamo metterci molta costanza, impegno e fatica, quindi tanta motivazione e capacità di non arrenderci mai davanti agli ostacoli che incontriamo.
Tuttavia, in ambito sportivo questi motti hanno successivamente preso piede in quanto vengono utilizzati per motivare gli atleti a sopportare sforzi molto pesanti e giustificare allenamenti estremamente intensi.
Indice
Assenza di possibilità d’infortunio: la condizione ideale di allenamento!
L’allenarsi senza infortuni sarebbe una bella condizione da ricercare non trovi?
Infondo l’atleta vincente è quello che nel tempo riesce a ripetere il più possibile senza pecche e ripercussioni un dato gesto.
Ovviamente la completa assenza di infortuni è praticamente impossibile da garantire perché il famoso “avvenimento imprevisto” (inciampo, cade il peso, si rompe un cavo) non posso né prevederlo né evitarlo
La prima cosa che viene in mente è sicuramente la componente di precisione tecnica; più faccio bene una cosa e minore è il rischio di danneggiare le strutture che eseguono il movimento.
Il problema è che l’utente medio della palestra prende il no pain no gain come il doversi spaccare in due e raggiungere il cedimento estremo ed incontrollabile ad ogni serie e qualsiasi sia l’esercizio.
Non confondiamo DOMS con l’infortunio
Il dolore è il messaggio che il nostro corpo ci manda quando qualcosa non va.
Se lo si percepisce a livello di articolazioni, legamenti o tendini probabilmente c’è un problema. Probabilmente abbiamo caricato troppo senza criterio o lo abbiamo fatto nel modo scorretto.
I DOMS, invero, sono dolori post allenamento classici che spuntano dopo un allenamento diverso da quello a cui siamo stati sottoposti, che coinvolgono muscoli prima non coinvolti e soprattutto nei neofiti.
Se i DOMS sono spesso visti come necessari ed onnipresenti, è anche vero che è necessario avere una certa esperienza (o una certa guida) per non farsi male nell’esecuzione a cedimento di un esercizio con sovraccarichi.
L’esasperazione motivazionale serve?
Allenarsi tanto e farlo duramente è cosa buona e giusta. E le frasi motivazionali sono dei veri e propri mantra nella vita come nello sport.
Per capire dove finisce il beneficio del no pain no gain in palestra e inizia invece l’autodistruzione bisogna tenere a mente dei principi cardine valevoli sempre a qualunque livello di preparazione sportiva.
- Avere pazienza e costanza: chiunque necessita di un periodo di adattamento tissutale (tendini, articolazioni, etc.) e chiunque ha un limite oltre il quale non può andare (genetica). No pain no gain qui può essere applicato a livello di costanza, determinazione e pazienza nel programma di allenamento.
- Non improvvisare ed usare la testa: non siamo macchine da guerra e viviamo in un contesto sociale in cui siamo sottoposti a forte stress e abitudini malsane, ecco perché è fondamentale non andare oltre i propri limiti fisici solo per apparire più tosti agli occhi altrui.
Un allenamento adatto alla costruzione fisica e mentale
L’agonismo, per definizione, è un eccesso di attività fisica svolta per raggiungere un ben preciso obiettivo. E l’eccesso di sport può portare alla comparsa di un maggior numero di dolori e ad un’aumentata esposizione agli infortuni.
Non da meno, per favorire il proprio ego si fa ricorso, oltre ad allenamenti estenuanti ed al limite della sopportazione fisica, a pre workout di dubbia provenienza, sostanze anabolizzanti, ecc.
L’attività fisica fa bene nella giusta misura e svolta nel modo corretto.
Ma quando parliamo di agonismo non parliamo di attività fisica svolta per “mantenersi in forma” ma per raggiungere la vittoria in una competizione, costi quel che costi.
La parola d’rodine è: gestione del carico.
Con questo termine si intende analizzare il rapporto tra carico allenante e capacità del sistema essere umano di gestirlo a dovere.
Perché è inutile pagare un servizio di personal training o la palestra per pressare, staccare, squattare il più possibile e portare casa infortuni come lesioni intra-articolari, tendinopatie, peritendiniti, ecc. per poi finire in uno studio di fisioterapia.